regia
MARIO SGUEGLIA e GIANLUCA SOLI

con
MARIO SGUEGLIA
GIANLUCA SOLI
ALESSANDRO PROCOLI

aiuto regia
BENEDETTA COMITO

progetto fotografico
LUCA ROSSINI

sabato 26 gennaio 2013

5 DAYS ON STAGE - THE ONE WITH... un giorno qualunque

Bisogna ingegnarsi ragazzo ... oggi nessuno ti regala niente ... diglielo Don ognuno per se ... gli affari sono così

DI CECILIA CARPONI
su pensieri di cartapesta l'originale


Rintanati in un negozio di rigattiere, tra vecchie biciclette, cavalli a dondolo e ninnoli di ogni sorta, Don e Bob organizzano un colpo: rubare una moneta con l’incisione di un bufalo – l’American Buffalo del titolo –. Bob è un tuttofare tossicodipendente, di cui Don, il proprietario del negozio, tenta di prendersi cura. Il tizio che tengono d’occhio è un collezionista che ha acquistato la moneta nel negozio di Don qualche giorno prima, alla cifra irrisoria di 90 dollari. Ma all’arrivo di Teach, un perdigiorno misantropo e nevrotico, il piano viene completamente sovvertito, lasciando emergere l’esilarante inesperienza dei tre complici.
Acuto e pungente, il testo di David Mamet racconta una storia che rispetta fedelmente il – cosiddetto – canone delle tre unità aristoteliche, elaborando un mondo di assoluta verosimiglianza. I dialoghi affondano le radici in una matrice di ironia sottile e ininterrotta, non si allontanano dal registro colloquiale, e non temono un tono frequentemente – e squisitamente – salace.
La messinscena di Mario Sgueglia e Gianluca Soli non fa che valorizzare costantemente gli aspetti che rendono American Buffalo un’opera di genio. La scenografia, dettagliatissima e curata minuziosamente, conduce lo spettatore in uno spazio di disordine artistico, caotico ma equilibrato, oltre che coerente e credibile

E il disegno luci riesce a illuminare od oscurare parti della scena con una precisione quasi cinematografica.

Ma l’imperdibile incanto di American Buffalo è l’interpretazione esemplare dei tre attori.  

Gianluca Soli, nei panni del giovane tossicomane, è in grado di dosare egregiamente gli elementi che caratterizzano l’abuso di droghe, senza mai abbandonare la verità di una dipendenza per cadere nel parossismo. 

Alessandro Procoli è un eccellente Don: sempre presente e in ascolto, non perde mai il contatto con il suo mondo interno, pur dimostrando un’instancabile apertura nei confronti dei colleghi.  

Mario Sgueglia, nel ruolo di Teach, riesce a creare una mimica della psicosi impeccabile e disarmante; ogni impercettibile movimento è il segno di un corpo nevrotico, eppure non c’è un istante in cui i piccoli tic che il personaggio possiede sembrino forzati o ricercati.

È inoltre ammirevole il gesto vocalico dei tre interpreti: non voci impostate, identiche l’una all’altra e affettate dalla cantilenante intonazione, bensì voci vere, umane, meravigliose nella loro unicità; non volumi squillanti, inutilmente elevati, ma al contrario una proiezione della voce in grado di raggiungere gli spettatori dell’ultima fila, senza per questo spingere goffamente sul diaframma.

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